La situazione dei rifugiati è la sfida più importante che la UE abbia affrontato da decenni. I barometri standard della UE segnalano che l'immigrazione è la preoccupazione n. 1 degli Europei (il 40 - 60% di essi la considera una grande minaccia). Il 61% dei Belgi e il 51% degli Italiani concordano che l'ulteriore migrazione da paesi principalmente Musulmani debba essere fermata (dati forniti dalla Chatam House) e l'84% dei Rumeni non sarebbero d'accordo nel lasciar stabilire i rifugiati nel loro paese.
I giovani manifestano un comportamento simile. Uno studio dell'OTI, svolto su più di 1000 alunni dalle scuole di Arad (Romania), ha dimostrato che più del 65% di essi (di età compresa tra i 13 ai 20 anni) non vorrebbe avere un amico Musulmano o rifugiato, anche se non hanno mai incontrato una persona appartenente a questi gruppi. Il 32% dei giovani migranti ammette di aver subito molestie a causa del loro background etnico e di immigrati (EU-AFR) e si stima che i numeri reali siano anche maggiori.
Diverse ricerche (per esempio "The Uncertainty Paradox: Perceived Threat moderates the Impact of Uncertainty on Political Tolerance") indicano che la causa di ciò sia più emotiva che razionale e di solito coinvolgono la mancanza di conoscenza e la paura. Le informazioni limitate sulla loro cultura e il travisamento di essa da parte dei media e dei social hanno favorito meccanismi di difesa automatici nelle persone, portandole al rifiuto di gruppi diversi.
Gli atteggiamenti negativi e l'esclusione che ne derivano sono anche riconosciuti da giovani rifugiati e migranti come la sfida principale per l'integrazione nei paesi ospitanti. Una ricerca condotta da Ofensiva Tinerilor su 300 di essi che si sono stabiliti in Romania, Belgio, Italia, Regno Unito, Albania, Danimarca, Francia e Spagna ha indicato che la sfida numero uno che essi hanno affrontato fosse la mancanza di consapevolezza sulle diverse norme culturali che esistono in Europa e la mancanza di abilità nell'affrontare l'"attrito culturale" (ad esempio, in Romania il 52% di essi concorda con questo fatto). Imparare la lingua del paese ospitante e trovare una casa o un lavoro seguivano subito dopo.
Se fino ad ora l'"attrito culturale" è stato visto come naturale, nell'attuale contesto crea solo maggiore tensione. I cittadini dell'Unione Europea sono diventati più intolleranti verso le differenze culturali. In questo contesto, i rifugiati dichiarano che questo è un grande ostacolo alla loro inclusione, sentono il bisogno di capire meglio e affrontare le diversità culturali, per sostenere meglio la loro inclusione e per il rispetto della diversità, ma non hanno praticamente alcuna risorsa per farlo. Questo fatto è stato riconosciuto anche dalla Commissione Europea nel suo "Piano d'Azione sull'integrazione dei cittadini di paesi terzi", che conclude che acquisire una comprensione della cultura e dei valori della società ricevente è cruciale per i cittadini di paesi terzi e che gli eventi di educazione alla pari sulla consapevolezza interculturale dovrebbero essere sostenuti.
Tenendo conto che dal 65 all'85% dei rifugiati che si sono stabiliti nei paesi Europei hanno un'età minore ai 35 anni, ma osservando anche che l'esclusione si manifesta anche tra i giovani, questa situazione di crescente intolleranza ed esclusione si scontra gravemente con le visioni comuni dei membri EPTO (partner in questo progetto) di "giovani che imparano tra loro ad accettare le loro differenze e realizzare il loro potenziale unico".
Da tutto ciò, i partner hanno deciso che dovremmo usare la nostra esperienza e le nostre risorse, e incrementare i nostri sforzi nel facilitare l'inclusione dei rifugiati nella società Europea. In questo contesto abbiamo unito i nostri sforzi al fine di sviluppare, collaudare e disseminare un programma di educazione alla pari che:
- sviluppi le capacità di integrazione nel nuovo ambiente culturale dei giovani rifugiati che intendono trasferirsi nei paesi Europei
- le scuole e le organizzazioni giovanili possono usare per creare un ambiente in cui i giovani comprendano e accettino la diversità culturale.